LETTERATURA
RACCONTATA DA DONATELLA DI PIETRANTONIO
VINCITRICE DEL PREMIO STREGA E PREMIO STREGA GIOVANI 2024
04
NOVEMBRE 2024
AOSTA - TEATRO SPLENDOR
ORE 18:00
Conduce l’incontro
Laura Marzi
autrice e critica letteraria
Donatella Di Pietrantonio vince il Premio Strega e il Premio Strega Giovani 2024 con il suo romanzo L’età fragile (Einaudi, 2023) in cui l’autrice abruzzese riprende una delle tematiche fondamentali della sua opera: il rapporto madre e figlia, al centro di un altro suo romanzo importante: Mia madre è un fiume (2011). In questo caso lo intreccia con uno dei fenomeni che più tragicamente connotano la società italiana, cioè i femminicidi.
Nel testo che si è aggiudicato entrambi i premi quest’anno, infatti, accanto al racconto della relazione fra la protagonista e la giovane figlia che decide di lasciare Milano dove studiava e di tornare a vivere in Abruzzo, senza dare nessuna spiegazione a sua madre del perché di questa scelta, troviamo il racconto di un fatto di cronaca nera verificatosi proprio sulla Maiella negli anni ’90.
Si tratta dell’uccisione di due ragazze e del tentato omicidio di una terza giovane che salvandosi ha permesso l’identificazione e l’incarcerazione dell’assassino.
Di Pietrantonio sceglie per il racconto di questo fatto di cronaca un punto di vista interno: la voce narrante è una donna di mezza età che quando avvenne il delitto era coetanea delle ragazze uccise nonché
dell’unica sopravvissuta, una sua cara amica d’infanzia.
La scelta di questa prospettiva nel racconto permette di riflettere sul senso del destino e su come la vita delle donne sia costantemente a repentaglio, visto che quasi ogni giorno si verifica un nuovo massacro, un altro femminicidio.
Testimoni dell’efferatezza del duplice omicidio sono poi la montagna e il bosco abruzzesi che da luoghi incantati e di villeggiatura si trasformano nel teatro del delitto. Di Pietrantonio racconta
infatti come per anni l’ombra del male abbia aleggiato sul parco della Maiella a causa del massacro del Morrone.
Il romanzo racconta allora dell’impotenza degli adulti di fronte alla fragilità delle ragazze che si muovono nel mondo all’insegna della loro sacrosanta libertà, ma dice anche della vulnerabilità degli anni a cavallo tra l’età adulta e l’anzianità, quando i figli sono in qualche modo degli estranei con le loro vite indipendenti e misteriose, ma irriconoscibili sono anche i genitori diventati malati e bisognosi di cure.
Come sempre, Di Pietrantonio è riuscita a realizzare una delle potenzialità della letteratura: raccontare dilemmi e tragedie universali attraverso la storia particolare di una donna e della sua vita.