Aggrappati al Minimo Vitale è una storia di musica e racconti di Resistenza.
Un atto urgente e indomito, messo in scena in quella fase critica che gli psicologi chiamano “seconda età adulta”. Il progetto ha un suo nome ben preciso: Minimo Vitale. In due parole, ciò che rappresenta.
Definitivo. E “aggrapparsi ad esso” diventa subito mantra.
Il suono della band, potente e curato, gioca sulle molteplici sfumature del rock contemporaneo ed è messo al servizio di narrazioni declamate mediante la tecnica dello spoken word.
Le tematiche, personali ma anche di resistenza vera e propria, sono rigorosamente ambientate nella location di vita (la Valle d’Aosta) e coprono lo spazio temporale di cinquanta anni.
In un simile contesto è apparso naturale ideare un intero spettacolo che poggia sulle commistioni con artisti locali, prestando particolare attenzione all’arte visiva (immagini, video, light design e animazioni).
Considerevole anche lo spazio dedicato all’arrangiamento dei brani, garantito dalla presenza di ospiti: compagni di viaggio congeniali e un’inusuale quanto stuzzicante collaborazione con il Coro delle Penne Nere.