LETTERATURA
12
MARZO 2025
AOSTA - TEATRO SPLENDOR
ORE 18:00
Conduce l’incontro
Laura Marzi
autrice e critica letteraria
La metafisica, l’ambito della filosofia che indaga ciò che non è fusis (natura), è da sempre oggetto di indagine non solo da parte dei filosofi, ma per chiunque si interroghi sull’inconoscibilità del mondo, sulle ragioni dell’esistenza, su ciò che c’è eppure non si vede, non si tocca, non è percepibile coi nostri sensi. La metafisica, però, non ha niente a che vedere con i discorsi su un altro mondo, sull’aldilà sostiene Cacciari.
Massimo Cacciari ha scritto Metafisica concreta (Adelphi, 2023) in cui analizza le diverse teorie metafisiche che hanno attraversato la storia della filosofia occidentale e poi crea un legame tra la metafisica e la scienza, sfatando la credenza comune che le due prospettive non possano dialogare fra loro.
Secondo Cacciari i grandi filosofi contemporanei, i grandi rivoluzionari nel campo della visione del mondo e del pensiero, sono stati i fisici, che, a partire da Albert Einstein hanno anche saputo riconoscere che la ricerca scientifica ha i propri limiti, altrimenti diventerebbe una teoria del tutto che però non può esistere.
Dopo vent’anni dal suo testo Della cosa ultima (Adelphi, 2004) Cacciari torna e compie quella che ha sempre sostenuto sarebbe stata una trilogia teoretica, che indaga, cioè, le modalità della conoscenza, quali sono i limiti che l’essere umano come facente parte della natura stessa, quindi di ciò che vuole indagare, incontra, in primo luogo quelli legati al linguaggio. Non a caso ritroviamo in questo testo molte pagine dedicate all’arte, in particolare alla letteratura, come per esempio le riflessioni sulla scrittura di Dostoevskij e sulla poesia.
L’autore è uno dei filosofi italiani più importanti dell’epoca contemporanea, è membro dell’Accademia dei Lincei e professore emerito di estetica all’Università Cà Foscari di Venezia, città di cui è stato a lungo sindaco.
Cacciari, infatti, da sempre unisce la sua attività speculativa con quella politica, nella fede che la riflessione filosofica e l’azione umana possano e debbano essere in costante dialogo, portando avanti, quindi, la convinzione che non esiste una separazione fra pratica e teoria.